Simone Giacchetta: “Rosa ringiovanita per una Cremo competitiva”
Tradizionale appuntamento stampa di fine mercato per il direttore sportivo Simone Giacchetta, che nella tarda mattinata di oggi, martedì 3 settembre, ha incontrato i giornalisti nella sala conferenze del Centro Sportivo “Giovanni Arvedi”.
“Uno degli obiettivi principali della sessione di mercato – ha spiegato il direttore sportivo – era ringiovanire la rosa rispetto alla scorsa stagione e ci siamo riusciti. Nello stesso tempo crediamo di avere potenziato la squadra, elevendo il livello di qualità della rosa stessa. Lo abbiamo fatto condividendo e cercando di seguire quelle che sono le idee di calcio del nostro allenatore, partendo dal presupposto che con lui nell’ultimo campionato abbiamo costruito un percorso di altissimo livello, mancando per un soffio la Serie A. Disputare una finale play off, però, è un qualcosa che nella storia di un club non capita spesso: l’idea è quella di essere nuovamente competitivi per cercare di raggiungere il massimo possibile. Per riuscirci non basteranno i valori tecnici, ma saranno necessarie condivisione, unione, spirito di appartenenza dei calciatori, della città e di tutti i tifosi. Cremona è molto legata a questi colori e, anche se può sembrare un paradosso, a volte si avverte tantissima pressione della città nei confronti della squadra. Daremo come sempre il massimo per raggiungere obiettivi sempre più importanti, se lo faremo in sintonia con l’ambiente avremo più chances”.
“La proprietà – ha sottolineato Giacchetta – ci ha dato la possibilità di portare a termine un mercato da protagonisti e da subito siamo riusciti ad inserire elementi quali Fulignati e Vandeputte. A Cremona grazie alla proprietà si può lavorare al meglio per la qualità dei servizi ed essere performanti anche sul mercato. I calciatori che arrivano alla Cremonese sanno di far parte di un club”.
E’ stato facile arrivare ai giovani, in questa logica?
“La Cremonese ha avuto la possibilità di poter competere per poter inserire giovani di alto profilo. In modo particolare mi riferisco a Nasti e Barbieri, due calciatori voluti fortemente. Non è stato semplice arrivare a loro ma siamo riusciti ad averli grazie ad uno sforzo enorme, sforzo che ci permette di avere degli Under 23 di proprietà con una prospettiva di livello davanti a sé. Chiaramente vanno accompagnati e sostenuti da tutto l’ambiente: proprio perché giovani vanno aiutati. Poi abbiamo inserito Moretti e c’è Milanese dal quale mi aspetto molto di positivo. Con loro siamo riusciti a toglierci qualche anno dalla carta d’identità rispetto all’anno scorso”.
Oltre ai giocatori sotto contratto ce ne sono 19 di proprietà finiti in prestito. Questo significa che negli anni la Cremonese ha saputo costruire un patrimonio di giocatori…
“La Cremonese anche con il settore giovanile sta iniziando a produrre professionisti ed è un dato di fatto positivo: significa che il vivaio sta lavorando nella direzione giusta. La volontà è quella di avere sempre più elementi da inserire in prima squadra, ma a loro per ora servono percorsi diversi però da questo punto di visata siamo molto contenti perché il movimento sta crescendo e sarà sempre più importante nel futuro. La Cremonese deve avere l’ambizione di produrre calciatori per livelli alti”.
Qual è stata la trattativa più difficile?
“Non ne esiste una nello specifico. Il quoziente di difficoltà esiste per tutte le operazioni: ognuna ha un risvolto particolare, ma sono sofferte. Quella di Nasti è stata un’operazione lunghissima: stiamo parlando di un giocatore ambito da club di Serie A: siamo stati bravi nel far capire l’importanza che può avere la Cremonese nel suo percorso di crescita. Alla fine la sua volontà è stata determinante. Lo stesso vale per Barbieri. Con queste operazioni la società ha dimostrato di essere credibile agli occhi dei grandi club e questo ci gratifica e ci responsabilizza ulteriormente. In generale, non dimentichiamoci che ci troviamo di fronte ad un mercato che inizia presto e termina troppo tardi, è una componente in grado di amplificare le difficoltà e di modificare le idee in corsa. Personalmente rimpiango il calciomercato degli Anni ’80 e ’90 quando si partiva per il ritiro con le rose già complete. Nel periodo di mercato oggi tutto può succedere, si creano grandi tensioni e stati d’ansia invece è necessario conoscerlo e avere la serenità di portarlo a compimento con lucidità”.
L’attacco è il reparto che ha subito più cambiamenti…
“E’ un reparto meno esperto, più fresco e con tanta voglia di dimostrare. Le risorse a disposizione hanno caratteristiche diverse l’una dalle altre: ritengo il cambiamento necessario dopo l’addio di Ciofani e quella un po’ spiazzante di Coda di scegliere un altro club. Così pensiamo di poter garantire quei gol che nella passata stagione un po’ sono mancati: la rosa è più completa e non dipende più dai gol di un solo calciatore. Ci aiuterà anche aver snellito il numero dei componenti della rosa: in questo modo tutti si sentiranno più coinvolti. La scelta di Tsadjout è legata anche al ruolo che Vazquez potrebbe ricoprire in campo: avendo Bonazzoli, De Luca, Nasti come prime punte più Vazquez e Johnsen pensiamo di avere un reparto molto competitivo. Il senso del gruppo farà la differenza anche in questo ambito: la voglia di dimostrare e il senso di appartenenza saranno la base di ogni nostra partita. Abbiamo due calciatori per ruolo, il campionato è lungo e tutti saranno protagonisti. A prescindere dal numero delle partite tutti dovranno dare il massimo in termini di qualità una volta chiamati in causa”.
Tra le uscite restano da definire quelle di Okereke e Bertolacci…
“Complessivamente, tra elementi della prima squadra e giovani, abbiamo concluso una trentina di uscite. Il mercato in uscita è ancora più complicato, con molte società che hanno elementi in soprannumero anche a livello internazionale. Alla chiusura del mercato italiano siamo rimasti con Okereke e Bertolacci. Okereke sembrava destinato ad un club di Serie A, possibilità svanita nelle ultime ore; stiamo però lavorando sul mercato estero. Credo che a breve troverà sistemazione anche perchè è un giocatore di qualità che nelle ultime stagioni in Serie A da titolare ha segnato 15 gol. Anche per Bertolacci potrebbero arrivare opportunità dal mercato estero anche se la sua situazione è diversa”.
Non c’è un’alternativa mancina a Quagliata…
“Difficilmente giochiamo con mancini in fascia, perché in questo sistema di gioco è fondamentale avere un esterno che gioca a piede invertito per dribblare, rientrare e calciare. Non abbiamo Bettega o Aldo Serena dentro l’area, cioè giocatori con caratteristiche peculiari nel ricevere i cross; avere l’attitudine alla Zanimacchia di rientrare per cercare la conclusione o servire l’assist per noi diventa fondamentale. Il nostro quinto offensivo in sostanza è un’ala che gioca a piede invertito, non c’è stata quindi la necessità di cercare ulteriori mancini”.
C’è la soddisfazione di aver centrato gli obiettivi di mercato?
“Il numero dei calciatori in rosa è quello che avevamo preventivato. Poi, in sede di calciomercato cerchi di fare determinati ingressi spendendo il meno possibile e non sempre ci riesci. Possiamo dire di aver mantenuto la Cremonese super competitiva e questa è una soddisfazione. Abbiamo cercato di farlo dando al tecnico tutte le opportunità che gli permettano di lavorare in serenità e di togliere quei problemi che possono generarsi quando si è in tanti nello spogliatoio. Oggi tutti i calciatori che hanno un contratto pensano di dover giocare, non di mettersi in competizione per giocare: questo messaggio va fatto capire a tutti. Avere un contratto è già una gratificazione, far parte della Cremonese lo è ancora di più: poi ci sono competizione e agonismo con compagni forti, perché solo così si può crescere. Al centro di tutto ci deve essere l’aspetto sportivo, non il contratto. I giocatori devono pensare a dare il meglio come atleti: senza la voglia di soffrire non si ottiene nulla, le qualità tecniche non bastano. Quando ci mettiamo il cuore siamo veramente forti. La rosa è competitiva, omogenea e ci deve essere quella sana rivalità che ti fa raggiungere gli obiettivi”.
L’arrivo di Ceccherini potenzia anche il reparto difensivo…
“Sì, abbiamo rinforzato ulteriormente la miglior difesa del campionato. Riavere Antov non è stato semplice ed esserci riuscito è motivo di soddisfazione. Il suo è un ritorno determinante, inserire Moretti come giovane e Ceccherini sono state opportunità. Mi auguro che Ceccherini porti il carisima delle sue 200 e oltre presenze in Serie A. Stiamo parlando di un reparto competitivo ad alti livelli e vorrei includere anche l’arrivo di Fulignati”.
Vandeputte impiegato come mezzala è una scelta condivisa?
“Vandeputte lo conosciamo da tanti anni, si sa adattare come quinto, basta tornare ai suoi trascorsi con la Viterbese, e in veste di mezzala, ruolo ricoperto a Vicenza. Nel 3-5-2 di Stroppa la mezzala è un giocatore molto offensivo che in altri sistemi di gioco può fare l’esterno e duttile: non dobbiamo soffermarci sull’idea di ruolo statico, è l’idea di calcio a dover contare. E’ la palla che fa il ruolo, l’importante è avere qualità tecniche e intelligenza tattica: caratteristiche che fanno di Vandeputte un profilo di alto livello”.
Pedro Mendes e Ferrari erano obiettivi di mercato?
“Ferrari lo è stato nel mercato di gennaio, in questo non l’abbiamo mai cercato. Se Pedro Mendes abbiamo fatto solo un sondaggio ma poi abbiamo fatto scelte diverse. Lui è un buon giocatore, che può sostenere il peso dell’attacco”.
Pickel sembrava in uscita…
“Pickel dimostra attaccamento, aggressività e voglia di fare: questo per noi è fantastico. Il tutto però deve portare un vantaggio alla Cremonese, l’espulsione con la Carrarese invece non va bene. Charles è un ragazzo eccezionale, caratterialmente nella vita di tutti i giorni è davvero una persona meravigliosa. In partita poi si trasforma, ma lo deve fare in modo che possa diventare un vantaggio per la Cremonese e non un fattore penalizzante. All’indomani di quell’episodio è arrivata la proposta del Las Palmas: in realtà si è trattato di una proposta con poco significato sia sportivo sia economico per noi. Pickel è migliorato da quando è qui: ha giocato in Serie A, è stato protagonista in Serie B, ha giocato la Coppa d’Africa anche grazie alla Cremonese. E’ uno dei beniamini della Cremo, lo vorremmo vedere sempre più determinante in campo: siamo molto legati a lui e lui a Cremona”.
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