
Settore Giovanile – Tosi: “Il Centro Arvedi è già la mia seconda casa”
Dall’edizione di sabato 12 aprile de “Lo Sport Cremonese”
Molto spesso, nel mondo del calcio, i terzini vengono descritti come “motorini” inesauribili che scorrazzano su e giù per la fascia tra diagonali difensive e cross per gli attaccanti. Nel caso di Filippo Tosi il paragone è azzeccatissimo: il classe 2005 infatti è nato e cresciuto a Pontedera, la patria della Vespa. E il suo forte sono proprio l’atletismo e la velocità, come dimostrato nelle prime 27 partite con la Cremonese Primavera: non solo in occasione degli assist (5) forniti per i compagni di squadra, ma anche dei due gol segnati nelle trasferte di Bologna e Monza. Il primo al termine di una grande rincorsa dalla sinistra per chiudere un cross dal lato opposto, il secondo frutto di una grande azione personale chiusa con un inserimento perfetto su assist di tacco di Gabbiani.
Partiamo proprio dalla tua rete contro il Monza. Ce la racconti?
“Diciamo che è un genere di azione che ho provato e riprovato più volte in allenamento con esiti positivi. Aspettavo solo il momento in cui mi sarebbe riuscita in partita e così è stato: ho un grande feeling con Gabbiani, ci siamo scambiati spesso assist a vicenda e sono contento che il gol sia arrivato in una partita così importante. Credo sia un tipo di giocata che è nelle mie corde”.
Sei una delle new entry della Primavera. Qual è stato il tuo impatto con il mondo Cremonese?
“Devo dire che sin dal primo giorno sono stato accolto benissimo da tutti. Ho percepito subito un ambiente genuino e il Centro Sportivo “Giovanni Arvedi” è diventato una seconda casa. Anche con i miei compagni di squadra si è creato un bel legame, siamo un gruppo speciale che ama stare insieme anche fuori dal campo. E anche la vicinanza alla prima squadra, con cui condividiamo le strutture e i campi, è un aspetto importante e non scontato”.
Sei rimasto colpito da qualche aspetto particolare che riguarda il calcio dei grandi?
“Allenarmi con loro è stato interessante, anche perché sono tutti ragazzi disponibili e umili con cui ho avuto l’occasione di fare quattro chiacchiere. Quando abbiamo giocato in amichevole mi ha impressionato il fatto che sostanzialmente un mio scatto in velocità corrisponde al loro passo normale. C’è una bella differenza rispetto alla Primavera 1 e la competizione è alta, quindi bisogna sempre impegnarsi al massimo”.
Quali sono i compagni con cui hai legato di più?
“Gabbiani è senza dubbio quello con cui passo più tempo, siamo vicini di armadietto nello spogliatoio e abbiamo un grande feeling sia dentro che fuori dal campo. E poi ho un rapporto speciale con Sivieri: lui è di Pontedera come me, ma ci siamo incontrati per la prima volta qui a Cremona”.
Alle superiori hai studiato finanza e marketing, mentre ora frequenti un corso di laurea in scienze motorie e sportive. Cosa ti ha spinto a cambiare ambito?
“L’economia è sempre stata di casa nella mia famiglia: mamma è commercialista e papà assicuratore, quindi inizialmente ho scelto di studiare quello. Ma essendo sempre stato nel mondo del calcio ci tenevo a conoscere meglio ciò che faccio e il mio corpo, quindi ho scelto di seguire questo corso di studi. Mi auguro di avere una carriera lunga, ma penso che siano tutte nozioni che possono tornarmi sempre utili”.
Cosa sapevi di Cremona e della Cremo prima del tuo arrivo?
“La conoscevo come città del violino, ma non ho mai avuto l’occasione di visitarla. Per quanto riguarda la società ho parlato con Pessolani (alla Cremo nella stagione 2023-24, ndr), mio compagno ai tempi del Genoa. Mi ha parlato benissimo di tutti e questo mi ha tranquillizzato perché sapevo di andare in un posto genuino. A volte scherziamo sul fatto che io ho preso il suo posto, dato che siamo entrambi esterni sinistri. Anche se io sono più difensivo rispetto a lui”.
Sei passato anche per i settori giovanili di Genoa e Spal. Trovi delle similitudini con quello grigiorosso?
“Credo che ce ne siano molte con Ferrara: non solo per le dimensioni e la tranquillità della città, ma anche per le strutture e l’organizzazione del Centro Sportivo, oltre alla vicinanza con la prima squadra. A Genova invece eravamo separati dai grandi, quindi la situazione era diversa”.

Com’è iniziata la tua avventura nel mondo del calcio?
“In famiglia l’unico con questa passione è mio fratello maggiore, con il quale ho sempre giocato fin da piccolo. I miei genitori di calcio sanno zero e credo che questa sia stata una fortuna, perché hanno sempre dato la priorità alla mia felicità e non ai risultati. Sono partito dalla Bellaria, una squadra delle mie parti, e poi ho fatto due anni alla Fiorentina: non ho trovato troppo spazio, quindi ho scelto di spostarmi a Pontedera per tornare vicino a casa. Dopo una bella stagione con la Under 17, in cui abbiamo raggiunto le fasi finali del campionato, sono passato alla Spal”.
A proposito di Spal: nel 2023 si è parlato di te e altri tuoi compagni di squadra perché nel giorno della finale Scudetto Under 18, poi vinta, avete anche dovuto sostenere l’esame di ammissione alla quinta superiore…
“A pochi mesi dal mio arrivo a Ferrara ho dovuto abbandonare la scuola pubblica per passare a quella privata della società, perché gli impegni aumentavano sempre di più. Il caso volle che l’esame e la finale si tenessero lo stesso giorno, fortunatamente entrambe nello stesso luogo (Ancona, ndr). Alla fine abbiamo passato l’esame e vinto il campionato, è stata una delle poche volte in cui non avevo timore degli esami perché la mia testa era già sulla partita”.
Quali sono le tue passioni nel tempo libero?
“Da quando ho la macchina mi piace tanto girare e scoprire nuovi luoghi insieme ai miei compagni di squadra. Specialmente in periodi come questo, approfitto dei giorni liberi per andare al mare perché mi sono innamorato di Genova. E mi piace anche leggere, in particolare le biografie. Adesso sono concentrato su quella di Carlo Ancelotti, che è davvero interessante”.
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