
Settore Giovanile – Festa della donna
Dall’edizione di sabato 8 marzo de “Lo Sport Cremonese”
Carica, passione, entusiasmo, determinazione. Negli sguardi e nelle parole di Anita Federici, Rebecca Pasqualini, Arianna Giacchetta e Viola Beccari, calciatrici delle formazioni Under 17 e Under 19 della Cremonese, c’è questo e molto altro.
La loro storia, ciascuna a modo proprio, è capace di racchiudere l’esperienza di tante ragazze che hanno scelto di intraprendere un percorso calcistico per amore di questo sport, superando le difficoltà con la sana testardaggine di chi sa dove vuole arrivare e scoprendo così di poter vivere emozioni bellissime ed inaspettate. E quale modo migliore di far scoprire tutto ciò al grande pubblico se non attraverso le loro esperienze, accomunate dall’appartenenza ai colori grigiorossi? In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, la speranza è che realtà come la loro possano trovare sempre più spazio non solo a livello di considerazione, ma anche di opportunità.
“Ricordo bene le mie prime partite da calciatrice: c’era tantissima emozione e, ad essere sincera, anche un po’ di imbarazzo perché non sapevo bene quale posizione avrei dovuto ricoprire in campo. Ma quando correvo con il pallone tra i piedi mi sembrava di sognare – racconta Rebecca -. Da piccola ho sempre fatto atletica, nonostante la passione per il calcio sia sempre stata forte. Poi mi sono buttata, superando la paura e i pregiudizi, senza farmi influenzare da nessuno: avevo ben chiaro in mente ciò che volevo fare e ho seguito ciò che mi diceva il cuore. Per questo il giorno in cui ho ricevuto la chiamata della Cremo, circa un anno e mezzo fa, ho fatto un salto sulla sedia dall’emozione. Sono sempre stata una persona piuttosto solitaria, ma questo gruppo è fantastico e mi ha insegnato la vera definizione di famiglia. Siamo unite sotto tutti gli aspetti, nel bene e nel male”. Ad oggi, il numero ancora ridotto di formazioni interamente femminili sul territorio porta spesso le ragazze più piccole a muovere i primi passi in squadre miste: è il caso di Arianna e Anita, il cui approccio con il calcio è stato proprio insieme a coetanei maschi. Un aspetto che però ha impedito loro di conoscere l’atmosfera dello spogliatoio e l’importanza di fare gruppo finché non si sono trovate in una rosa interamente al femminile come quelle in cui giocano attualmente: “Devo ammettere che all’inizio è stato un po’ strano, perché non ero abituata a vivere un ambiente del genere. Ma è bastato poco tempo per stringere amicizia – commenta Anita, che ora indossa la fascia da capitano della Cremo Under 17 – Ciò che apprezzo di più è sicuramente poter essere me stessa al cento percento. Questo mi aiuta anche a conoscermi sempre meglio e a non farmi sentire giudicata per la mia passione, oltre ad aver alzato molto la mia autostima. Aspetti che poi hanno un impatto concreto nella vita di tutti i giorni”.
A sottolineare convintamente la solidità e l’importanza del gruppo è Viola, una delle ragazze che ha sposato sin dal primo giorno il progetto femminile grigiorosso e che adesso fa parte dell’Under 19: “Siamo molto legate e credo che si percepisca sia fuori che in campo: per esempio, il giorno più bello della mia vita coincide con la vittoria del derby di questa stagione. A rendere speciale il nostro legame è la collaborazione, il fatto che lavoriamo tutte insieme per raggiungere un obiettivo comune. Il calcio mi ha accompagnato per tutta la vita e me l’ha cambiata: crescendo mi ha insegnato a perseverare, essere determinata e capire che anche dalle sconfitte è possibile imparare qualcosa. Da quando ho indossato per la prima volta la maglia grigiorossa sono entrata a far parte di una famiglia, che si è allargata di stagione in stagione. Sento un grande senso di appartenenza, e questo mi porta a dare tutto per le mie compagne e per questi colori”. Della propria crescita personale parla anche Arianna: “In questi sette anni alla Cremo sono passata dall’essere una bambina delle medie che giocava solo per divertirsi ad una ragazza che sente la responsabilità di vestire questa maglia. Sentirsi a proprio agio dentro lo spogliatoio e in campo è senza dubbio la gioia più grande per chi pratica questo sport”.
Le ragazze che scelgono di giocare a calcio sono sempre di più, sia a livello nazionale che nel nostro territorio: grazie alle sue sei squadre, dalla scuola calcio all’Under 19, la Cremonese contribuisce alla crescita del movimento dando a tante la possibilità di vivere la propria passione. “Da quando ho iniziato sono cambiate parecchie cose in positivo, a partire dalla nascita di un vero e proprio settore giovanile. È il segnale che qualcosa sta cambiando – racconta Viola -. Così come credo che interviste come questa possano aiutare a far conoscere di più il nostro mondo e portare sempre di più ad una parità tra calcio femminile e maschile. La parità non è ancora stata raggiunta, nemmeno in altri ambiti, ed è per questo che dobbiamo lavorare ancora di più perché ciò accada”. Questo è uno dei temi che tocca da vicino le quattro protagoniste, che affrontano il tema con una lucidità e maturità ammirevoli: “Se ci fosse davvero parità non servirebbe usare l’8 marzo come leva per trattare questi argomenti. Penso che dovrebbe essere tutti i giorni il giorno della donna, così come lo è dell’uomo – è la considerazione di Rebecca -. Non voglio impartire lezioni a nessuno, ma desidero semplicemente che un giorno sia considerata una normalità il fatto che una bimba possa giocare a calcio”.
Nel loro piccolo le grigiorosse hanno avuto a che fare con i pregiudizi di chi considera il calcio solo uno sport da maschi: “Capita spesso di vedere lo stupore negli occhi di chi scopre che sono una calciatrice, soprattutto da parte dei più grandi – spiega Anita -. Non c’è per forza un’accezione negativa dietro a queste reazioni: forse sono solo dovute al fatto che sin qui la maggior parte dei giocatori sono ragazzi. Ma se sempre più bambine avranno la fortuna di scoprire questo sport sono certa che il calcio verrà considerato uno sport per tutti, come effettivamente è”. A tal proposito, le ragazze hanno un messaggio chiaro per tutti quelli che non hanno mai assistito ad una partita femminile prima d’ora: “Prima di giudicare consiglio a chiunque di guardare una nostra partita o un allenamento. Basterebbe quello per capire quanta passione e quanto lavoro c’è dietro, anche da parte degli staff che lavorano insieme a noi. Alle bambine che invece sognano di giocare a calcio dico “fatelo”. Questo sport vi insegnerà tantissimo, anche nella vita di tutti i giorni” sottolinea Arianna. “Per una bambina, giocare a calcio può essere la dimostrazione che, anche se nel proprio piccolo, può fare tutto quello che vuole, senza porsi limiti – riflette Anita -. Ti insegna a giocare di squadra, lasciare da parte gli interessi personali per quelli del gruppo”.
Anita e Rebecca svelano i sogni che desiderano realizzare con la maglia grigiorossa: la prima attende di poter calcare tutti i weekend i campi del Centro Sportivo “Giovanni Arvedi” (generalmente le formazioni femminili si allenano e giocano a Villa Angiolina), mentre la seconda spera di vivere quello che chiama “un sogno meraviglioso”, ossia la possibilità di giocare con le proprie compagne da calciatrice della prima squadra. E chiude con un messaggio speciale dedicato a tutte le bambine: “Se avete una passione per il calcio, portatela avanti senza farvi condizionare dai giudizi degli altri. Le squadre femminili sono tante, così come le persone disposte ad aiutarvi a coltivare questo amore per il pallone. Non smettete mai di sognare”.
Dopo l’intervista sono state le stesse ragazze a suggerire un titolo che potesse riassumere tutti i temi discussi: “Un passo in più verso il futuro, un passo in meno verso le differenze”.
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