LEGGENDE – 130 anni fa nasceva Giovanni Pietro Zini
Centrotrent’anni fa nasceva Giovanni Pietro Zini. Era il 1 luglio 1894 quando, presso Cascina San Gervasio, nell’attuale comune di Paderno Ponchielli, veniva dato alla luce il portiere della Cremonese dei pionieri, figura destinata a legare indissolubilmente il suo nome alla storia del club grigiorosso.
ORIGINI
E’ tra la mura dell’antico complesso rurale che si trova nella campagna di Paderno, che il futuro estremo difensore a cui è intitolato lo stadio di via Persico nacque da Annibale Zini e da Lucia Fiora. Ed è sempre in quel luogo sospeso nel tempo che per iniziativa del Comune di Paderno Ponchielli e del Gruppo “Amici della storia grigiorossa” dallo scorso anno è stata installata la targa che ricorda i suoi natali.
CARRIERA
Fondata il 24 marzo 1903 come società a vocazione polisportiva, la Cremonese sul finire del novembre del 1913, dopo aver partecipato ad una serie di amichevoli e alcuni tornei, si iscrive al campionato di Promozione – la seconda divisione dell’epoca – finendo nel girone A lombardo. A quel tempo il campo di gioco è quello di Porta Romana – conosciuto anche come campo di via San Rocco -, la maglia è biancolilla e per assistere alle partite della stagione si pagano 30 centesimi nei “Popolari” e 60 nei “Distinti”.
Quella Cremonese è composta da un manipolo di giovanissimi talentuosi, quasi tutti neppure ventenni. Il 7 dicembre, a Varese, la squadra fa il suo esordio ufficiale nella competizione. Zini scende in campo a difesa dei pali, ma nonostante alcuni buoni interventi non riesce a limitare i danni: finirà 5-1 per i padroni di casa. Ma non è quella sconfitta – e nemmeno la successiva sul campo dell’Aurora Busto Arsizio – a fermare l’ascesa della neonata formazione guidata da Giovanni “Nino” Gandelli e dal dirigente Enzo Gaetani. Grazie alle parate di Zini e alle reti di Albertoni, Bignamini, Lombardi e Defendi la Cremonese scala la classifica fino a chiudere la stagione al primo posto, guadagnandosi l’accesso alla Prima Categoria: la massima serie del tempo. Zini gioca quasi tutte le partite (l’altro portiere è Geroldi) e in poco tempo diventa uno dei beniamini del pubblico cremonese che seguono numerosi le vicende della squadra sia in via San Rocco sia in trasferta.
Leggendario l’episodio raccontato all’epoca che lo vide letteralmente portato in trionfo dopo la fondamentale vittoria conquistata nel marzo 1914 dalla Cremo sul campo dell’Ausonia Pro Gorla, in via Asiago. Al fischio finale i tantissimi tifosi biancolilla che giunsero a Milano per lo più in bicicletta acclamarono a lungo il protagonista del successo.
Zini e la sua Cremonese si fecero valere anche nella stagione successiva, quando, alla loro prima esperienza al cospetto di club assai più blasonati, nel girone E di Prima Categoria ottennero 4 vittorie in 10 incontri. Nelle cronache del tempo, il giovane portiere Zini è definito “aitante” e “promettente”.
Non gli fa difetto il coraggio, come testimonia anche una illustrazione pubblicata da “Il Football” nel dicembre 1914 che lo vede protagonista di un’acrobatica uscita nel tentativo di fermare l’avanzata di Luigi Cevenini, attaccante dell’Internazionale nel match perso dalla Cremonese – nel frattempo già passata alla maglia grigia con colletto e polsini rossi – sul campo milanese di via Goldoni. Cevenini, evidentemente infastidito dal suo coraggio, lo colpisce al volto con un “gancio”, meritandosi l’espulsione. Fu quella l’ultima partita ufficiale del portiere originario di Paderno Ponchielli, che di lì a poco sarà chiamato a prestare servizio come barelliere del Regio Esercito durante il primo conflitto mondiale; conflitto che gli costerà la vita.
CARATTERISTICHE
Il giornalista cremonese Lelio Mancini nell’estate del 1915 ricorda Giovanni Zini, da poco scomparso, in un lungo articolo commemorativo. Il ritratto di Zini è quello di un giovane che si è avvicinato al mondo degli sport con spirito perfettamente aderente agli ideali e ai valori della polisportiva degli albori: amante della pratica sportiva in generale, in gioventù il portiere si era distinto anche nel salto in lungo così come nel sollevamento pesi e nella lotta. Mancini nel suo pezzo scrive che in porta Zini “non era elegante nella parata, ma sicuro; non accademico, ma attento; non acrobata, ma spigliato”. Avvolto nel suo “maglione rosso”, era un portiere in grado di dare sicurezza a tutto il reparto e grazie al suo atteggiamento in poco tempo riuscì a far breccia nel cuore dei tifosi della Cremo che affollavano il campo di San Rocco, ma non solo.
MORTE
Come detto Giovanni Pietro Zini morì per un’infezione nell’agosto del 1915, a soli 21 anni, nelle fasi successive alla battaglia di Tolmino, sulle rive dell’Isonzo, a pochi mesi dall’entrata in guerra dell’Italia e quando negli occhi di molti appassionati cremonesi erano ancora vivide le sue gesta di portiere dal promettente avvenire.
STADIO
Inaugurato nell’autunno del 1919, per conservare la memoria di uno dei suoi giocatori simbolo il 4 novembre 1925 lo stadio di via Persico venne intitolato a Giovanni Zini con una cerimonia ufficiale.
CURIOSITA’
Le convocazioni in quella Cremonese degli albori, che aveva in Zini una delle stelle, venivano messe nero su bianco…ricorrendo ai soprannomi. Lo attesta un documento dell’epoca della commissione tecnica della società, allora di stanza al 127 di Corso Garibaldi, che pre allerta così i 12 in procinto di affrontare la gara di campionato della domenica successiva: “Giumbon; Mainardi e Carlett; Baj, Fritto, Pindul; Costa, Vecio, Negher, Lumbard e Gnaro. Riserva: Reggio”. Al secolo: Zini; Mainardi e De Vecchi, Bonazzoli, Lanfritto, Talamazzini; Costa, Albertoni, Tornetti, Lombardi e Defendi. Riserva: Reggiani.