
Nicola: “Fondamentale essere attenti, liberi e concentrati”
“Servirà un’attenzione maniacale in fase di non possesso e l’abilità nel portare loro pressione per non farli giocare. Dovremo scendere in campo liberi e concentrati, pensando che attraverso l’organizzazione si può essere competitivi ovunque”. Così mister Davide Nicola ha presentato Como-Cremonese, la sfida che aprirà la 5ª giornata di Serie A Enilive domani, sabato 27 settembre, alle ore 15.
Quanto può pesare l’assenza dei tifosi in una sfida delicata come quella di domani?
“Mi spiace, sapere che vengono costantemente in tanti a seguirci per noi significa molto. A questo punto dovremo sapere che ci staranno comunque vicini. Sarà una partita tosta, il livello si alza ulteriormente: il Como ha fatto un mercato di altissima qualità. Per noi è stata una settimana interessante, abbiamo recuperato alcuni giocatori e sperimentato soluzioni diverse, cambiando sistema ma mantenendo gli stessi principi. Dobbiamo essere preparati e pronti ad affrontare una squadra di qualità”.
Considerando il tipo di avversario, è cambiato qualcosa nel modo in cui avete preparato la gara?
“Noi siamo al lavoro per giocare sempre con la stessa mentalità, a prescindere dall’avversario. Chiaramente non è facile, ma la partita di domani è un’opportunità grandissima per crescere ulteriormente e capire come e dove possiamo migliorare. A me piace giocare liberi e concentrati, per chi fa il nostro lavoro la fiducia è fondamentale e il gioco di squadra permette di competere con avversari che hanno altri obiettivi. Concentriamoci su ciò che dobbiamo fare e facciamolo nel migliore dei modi”.
Collocolo starà fuori per un po’ di tempo, quali soluzioni ha a disposizione per sostituirlo?
“Siamo dispiaciuti per Michele, sin dal primo giorno in cui l’abbiamo conosciuto ha mostrato che in questa categoria ci può stare. Dovrà occuparsi del suo infortunio per un po’, ma ha fatto la scelta migliore e gli auguriamo un pronto recupero: sono aspetti che fanno parte della carriera e possono essere opportunità di crescita. Tra le soluzioni abbiamo recuperato Payero, Vardy e Sarmiento che però non partiranno dall’inizio. A me piace avere i giocatori a disposizione, anche se poi dovessimo scegliere di non utilizzarli: vivere le emozioni della partita insieme ci permette di crescere sempre di più”.
Al termine della sfida con il Parma ha citato gli Expected Goals. Il Como è una squadra che crea tantissimo…
“I dati danno un’indicazione oggettiva, magari non di una singola fase di gioco, e da soli non bastano perché nel calcio non si vince ai punti. A volte può andare bene, altre può capitare di concedere meno e pagare subito. Il calcio è molto di più, ma indubbiamente questo ci fa capire la grande forza della produzione offensiva del Como, che si è già vista in queste prime partite. Servirà un’attenzione maniacale in fase di non possesso e l’abilità nel portare loro pressione per non farli giocare liberamente. Dovremo essere bravi a liberare e occupare gli spazi giusti per creare delle opportunità, ci aspettiamo un Como che cercherà di gestire la palla e noi dovremo fare altrettanto con le nostre armi. Ripeto che dovremo scendere in campo liberi e concentrati, pensando che attraverso l’organizzazione si può essere competitivi ovunque”.
Contro il Parma Sanabria è parso più lontano dai compagni di reparto. In che modo lo si può supportare?
“Nel momento in cui assembli determinate caratteristiche serve cercare di impegnare l’avversario in fase offensiva senza perdere equilibrio. Noi stiamo conoscendo sempre meglio i giocatori, studiando modi per far coesistere i ragazzi l’uno con l’altro. Nel frattempo dobbiamo continuare a costruirci di partita in partita, con chi parte dall’inizio e chi subentra. Non c’è Moumbagna, ma intanto abbiamo recuperato Vardy e Sarmiento e nel frattempo stiamo cercando di capire come sfruttare tutti al massimo, sicuramente servirà il giusto equilibrio e per farlo abbiamo capito che attraverso la pazienza possiamo arrivare meglio al limite dell’area di rigore. Allo stesso tempo serve anche la capacità di attaccare lo spazio con più intraprendenza, fa parte di un percorso che stiamo seguendo”.
Si aspetta un Como diverso da quello che ha sfidato l’anno scorso?
“Fabregas è un allenatore bravissimo, ha grande passione e mi aspetto una bella battaglia sportiva. Ha delle idee precise, confezionate da un mercato che rispecchia le sue conoscenze. Ci sono tanti giocatori abili a costruire e nel dribbling per creare superiorità numerica e accelerare il ritmo del gioco. L’anno scorso li abbiamo incontrati prima con una strategia più aggressiva e poi con una per controllare meglio lo spazio, dimostrando che è possibile fare punti anche se sono una squadra che lo rende molto difficile. Domani sarà fondamentale capire che ad ogni altezza di campo corrisponde un comportamento specifico, che dev’essere efficace per tutta la gara. Allo stesso tempo anche noi possiamo mettere in difficoltà l’avversario in qualsiasi momento, avendo fiducia nei propri mezzi. Se si ha questa mentalità si può restare in partita ed eventualmente determinare”.
Come vede Johnsen nel suo scacchiere tattico?
“Lui nasce esterno e in quel ruolo ha dimestichezza, ma per le caratteristiche particolari che si vogliono sfruttare è stato impegnato in altre posizioni, che secondo me può ricoprire. Avendo grande coraggio nel muoversi ama rischiare le giocate determinanti, ma ci sono spazi in cui non è vantaggioso e altri in cui è giusto farle. Lo vedo tranquillamente impiegabile in tre ruoli diversi, ma sempre nella zona di competenza”.
Come sta Bianchetti?
“Di fatto ha recuperato. Si è allenato regolarmente, anche se nei primi giorni abbiamo seguito un protocollo dettato dalla prudenza: una volta avute le risposte positive ha ripreso a lavorare come prima, è abile e arruolato e domani vedremo la situazione. Anche per Moumbagna abbiamo seguito il protocollo, aspettando l’ultimo quarto d’ora per dargli minutaggio. Era un rischio di cui eravamo consapevoli, quando si cambiano completamente il contesto e il paese l’impegno emotivo per integrarsi il prima possibile è immediato. Abbiamo cercato di farlo lavorare regolarmente e dargli spazio quando possibile, può capitare di perdere delle settimane di lavoro ma l’importante è che si possa integrare al meglio sotto tutti i punti di vista”.
La Cremo è parsa più timida nelle ultime due uscite, rispetto a quanto visto contro Milan e Sassuolo. Cos’è successo secondo lei?
“Non bisogna mai dimenticare che la novità porta ad avere giudizi diversi, prendendo rischi quando non è richiesto e viceversa. Noi stiamo cercando equilibrio, mettendo in condizione di crescere chi non aveva ottenuto il massimo in altri contesti e chi è all’esordio in categoria. Probabilmente non saremo sempre noi a determinare le sorti dell’avversario, quindi non bisogna rinunciare a giocare ma serve una consapevolezza diversa. Col Milan siamo stati presenti nelle situazioni chiave e abbiamo portato il massimo vantaggio dalla nostra parte, anche se loro hanno avuto delle occasioni. Contro il Sassuolo abbiamo fatto una buona partita nelle due fasi, mentre Verona e Parma ci hanno mostrato che hanno caratteristiche diverse: il Verona è forte dal punto di vista fisico e di ritmo. Siamo in crescita, dobbiamo trovare il giusto mix per portare il numero di uomini che serve in area di rigore”.
Sta pensando ad un nuovo modulo per le prossime partite?
“Stiamo lavorando su un sistema diverso, che prevede di potersi difendere con tre, quattro o cinque giocatori in base alla partita. Ultimamente sono tante le squadre italiane che portano tanti giocatori in zona di rifinitura, per controllare l’ampiezza con efficacia serve sia lavorare di reparto che essere aggressivi. Noi dobbiamo imparare a farlo ancora meglio, anche se stiamo dimostrando una buona organizzazione nei comportamenti di reparto. L’anno scorso la Cremo giocava spesso a uomo, ma quando ci sono 50 metri di campo davanti ci sono rischi che conviene correre e altri meno. Stiamo cercando di lavorare per essere aggressivi in maniera diversa”.
La solidità difensiva delle ultime partite è dovuta al lavoro della difesa in sé o di tutti i reparti?
“Io non riesco a scindere le due cose, per me non è il singolo reparto a fare una fase. In questo il Como ha una grande abilità: si muove da squadra ed è particolarmente corto. Noi stiamo cercando di fare altrettanto bene, ma interpretandole come passaggi di lettura per l’intera squadra. Entrambe le fasi diventano efficaci quando sono interpretate di squadra, la nostra fase di non possesso contro il Parma è stata buona perché ognuno sapeva quali fossero le sue responsabilità. Serve solo avere più velocità, ma io sono fiducioso”.
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