Massimo Coda: “Stiamo trovando il giusto equilibrio”
Al termine dell’allenamento mattutino, l’attaccante grigiorosso Massimo Coda è intervenuto dalla sala stampa del Centro Sportivo Giovanni Arvedi. Ecco le sue dichiarazioni ai giornalisti presenti.
Che impressione ti ha fatto tornare a Cremona? Oggi sei più grande, hai ottenuto tanti risultati e segnato parecchi gol…
“Cremona mi è sempre rimasta un po’ dentro, è stata il trampolino di lancio per farmi conoscere a livello professionistico, nonché un’esperienza che mi è servita tantissimo. In quei tre anni ho fatto buone cose a livello personale, ma purtroppo con la squadra non siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo. Poi c’è stata la possibilità di ritornare ed ero molto carico: ho trovato un ambiente totalmente nuovo e un centro sportivo che fa la differenza. Qui ci sono tutti i presupposti per fare bene”.
Quanta voglia di rivalsa hai a livello personale per migliorare lo score dell’ultima stagione?
“Mi sta capitando spesso di vincere i campionati in questi ultimi anni e sicuramente mi piace farlo. Tanti dicono che rinuncio alla Serie A per tornare in B, invece è questione di stimoli diversi dati dalle società che vanno in A. Preferisco fare un passo indietro e giocarmi le mie carte dove sento fiducia e vedo un ambiente alla mia portata. Spero di fare un altro percorso vincente, anche quest’anno non sarà semplice”.
Cosa cambia per te quando giochi in coppia con Okereke o Vazquez? Preferisci un partner in particolare?
“Franco è l’uomo che cerca il più possibile la palla, io tento di far salire di più la squadra e creargli lo spazio. Con Okereke invece siamo in due, i difensori si devono preoccupare di un altro giocatore e quindi si creano più spazi. Sono due modi diversi di giocare. Bisogna avere tante soluzioni durante la stagione, poi a decidere la formazione migliore è il mister”.
Quanto pensi al record di gol in Serie B di Schwoch?
“Forse la mia forza è quella di non dare troppo peso a quando faccio gol o resto a secco, cerco solo di far andare bene le cose per la squadra. Poi quando le cose girano in questo modo, come nell’ultimo periodo, è più facile fare gol, ma per il record c’è tempo. Andrà di pari passo con la stagione che vogliamo fare”.
In questi anni hai imparato a gestirti sia a livello fisico che mentale. Cerchi sempre il gol, ma lavori tanto per la squadra…
“Sì, è un aspetto che parte già dalla settimana. So quando spingere e quando invece devo fare un passo indietro, mi serve per arrivare bene alla domenica e mi aiuta a gestire i vari momenti della partita, sfruttando le mie qualità”.
Siamo ad un terzo del campionato di Serie B. Il livello sembra essersi alzato, la classifica rispetta i valori che ti aspettavi?
“In questi ultimi anni le squadre che provano a raggiungere la Serie A sono sempre di più, molti spendono e cercano i giocatori giusti per vincere il campionato. L’anno scorso, per esempio, c’erano squadre che inizialmente puntavano ai playoff che poi sono retrocesse. Il campionato è difficile da questo punto di vista, bisogna trovare quanto prima l’equilibrio di squadra e noi lo stiamo facendo”.
Quando sei tornato avevi paura di disattendere le aspettative?
“Quando ho scelto Cremona avevo anche altre proposte, ho valutato le rose di ciascuna squadra e ho pensato che questa fosse la migliore. Proprio per questo motivo non ho pensato che avrei fallito, perché qui ci sono giocatori forti che se messi nelle migliori condizioni ti possono aiutare tanto”.
Qualcuno dice che a volte la tua educazione ti ha impedito di ottenere risultati migliori. Sei d’accordo?
“Essere buono è sia un mio pregio che un mio difetto, in alcuni casi mi aiuta e in altri mi toglie qualcosa. Forse sì, avrei potuto essere più sfacciato in determinati momenti ma sono fatto così”.
Com’è cambiata la squadra da Ballardini a Stroppa?
“Con Ballardini ho lavorato poco tempo e non ho potuto conoscere fino in fondo le potenzialità del mister; Stroppa ha cercato di darci un’identità forte da subito, vuole un gioco in cui sono fondamentali il possesso e il recupero della palla. Ultimamente ci stiamo riuscendo con facilità, ma è un gioco che va assimilato col tempo e forse noi siamo riusciti a farlo più velocemente rispetto al previsto. Ho lavorato anche con De Zerbi e direi che sono simili, ma anche in quel caso ci abbiamo messo un po’ ad assimilare il suo gioco”.
Sei arrivato negli ultimi giorni di mercato. Come sei stato accolto all’interno del gruppo?
“Ci sono giocatori con personalità forti, sicuramente mi ha aiutato giocare e segnare subito dopo tre giorni. La differenza la fanno gli allenamenti, dove più si lavora insieme più si riesce ad amalgamare il gruppo”.
Credi nelle categorie, e quindi di essere un bomber di Serie B e basta, o pensi che se avessi avuto la possibilità di giocare in squadre di Serie A con obiettivi diversi dalla salvezza avresti avuto comunque i gol nelle gambe?
“Forse è questo che volevo, un’opportunità in una squadra che giocasse più all’attacco e non si concentrasse solo sul difendersi, mi avrebbe permesso di mettere le mie qualità al servizio di tutti. Se dovessi tornare in Serie A spero di farlo un ambiente che mi dia fiducia sin dall’inizio”.
Come è cambiato il tuo rapporto con la città dopo 12 anni?
“L’ho trovata molto simile, chiaramente l’affetto della piazza è cresciuto col passare del tempo e si vede anche allo stadio, dove ci sono molti più tifosi rispetto al passato. L’ambiente mi piace, anche i ricordi mi hanno portato a tornare, perché qui sono stato bene”.
Lorenzo Coelli