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La Cremo ricorda Giacomo Losi

5 Febbraio, 2024

Giacomo Losi, che per parenti e amici è sempre stato solo “Mino”, si fa le ossa nella squadra del paese, la Soncinese, giocando sin da ragazzino con continuità in Prima Categoria. Gioca mezz’ala, e con questo ruolo arriva a Cremona alla corte di Ercole Bodini, soprannominato “papà” per come sa farsi voler bene dai suoi calciatori. Il tocco di palla non è celestiale, ma fiato, corsa e determinazione sono i suoi innegabili punti di forza. Entra in prima squadra come terzino destro, non ne esce più, diventando un beniamino dei tifosi cremonesi. Con i grigiorossi disputa due campionati di Quarta Serie. Il primo è di assestamento, con la squadra che finisce al terzo posto dietro il Lecco, promosso in C, e la Marzoli di Palazzolo. La seconda stagione è invece interminabile ma vittoriosa, con i ragazzi di Bodini che conquistano il primato nel girone qualificandosi per la fase finale dove, insieme al Bolzano (poi battuto 3 a 1 nel platonico spareggio di Verona) conquistano la promozione a spese di Aosta e Verbania. Solo il Bari avrà poi la meglio nella finale per il titolo Nazionale Dilettanti (2 a 2 a Cremona, 2 a 0 in Puglia), quando Losi è già stato ufficialmente ceduto alla Roma. Un affarone: acquistato per 500.000 lire dal Soncino, passa ai giallorossi per oltre 7 milioni…

IL SUO UNICO GOL IN GRIGIOROSSO

E’ il 1952 e la Cremonese, alla vigilia del suo Cinquantenario, partecipa al suo primo campionato di Quarta Serie dopo due retrocessioni consecutive: una dalla B e una dalla serie C dovuta soprattutto alla ristrutturazione dei campionati Nazionali che permette di rimanere in Terza Serie solo alle prime tre classificate. La cessione di Emiliano Farina al Treviso, consente alla squadra di superare l’endemico empasse finanziario e di iscriversi al campionato. In panchina è confermato “papà” Ercole Bodini, in campo si mantiene l’ossatura della stagione precedente. Portiere Mario Ghisolfi, per tutti Jumbo, morto poi giovanissimo ormai cinquant’anni fa, poi una serie di calciatori che faranno la storia dell’USC: “Doro” Zanini, “Baker” Monteverdi, Gianni Bodini (figlio dell’allenatore), Danilo Ravani, Guerrino Rossi, centravanti implacabile e capocannoniere nella stagione successiva, poi Alquati, Pellini e Villani. Ottimo il rientro di Ivanoe “Babo” Nolli (che passerà al Bologna a fine campionato), e molto positivi gli acquisti di Dotti e Aliprandi. Per completare la squadra, dal Soncino, arriva un giovanissimo Giacomo Losi: doveva essere una mezz’ala ma è da subito dirottato a terzino destro: farà strada, molta strada…

Si parte con una vittoria (2 a 0 al Merate in casa) ma si busca la domenica successiva a Bologna dove il Ferrovieri si impone per 3 a 2. Per il turno successivo, il calendario propone una nuova trasferta: si a Fidenza per una sorta di derby. Partita avvincente con il risultato sempre in discussione, con i padroni di casa capaci di rimontare per due volte lo svantaggio prima della rete decisiva di Guerrino Rossi: ala fine sarà 3 a 2 per i nostri. La seconda rete grigiorossa porta la firma di “babo” Nolli, al suo terzo centro in tre partite ma, il gol di giornata è senza dubbio quello di apertura, siglato da Giacomo Losi alla sua terza presenza da titolare. Per descrivere l’azione, usiamo le parole di Vittorio Paloschi, grande giornalista sportivo e poi direttore de “La Provincia”, quel giorno inviato a Fidenza: Rossi “lavora una palla sulla linea di fondo, supera un difensore e traversa all’indietro. Sul pallone si precipita come una catapulta Losi che anticipa il terzino e al volo fulmina la rete avversaria. Uno a  zero per la Cremonese”. Una grande descrizione per un grande gol, l’unico messo a segno in grigiorosso da “Mino di Soncino”. Per determinare però l’unicità di questa segnatura, in presenza di dati discordanti, abbiamo pensato di scomodare Losi in quel di Roma. In una delle sue ultime interviste ricorò così quell’episodio: “Sì, un gol. Uno solo, quello di Fidenza su passaggio di Rossi”. La conversazione è breve ma gentile e garbata: “Serbo un ottimo ricordo di Cremona e della Cremonese, che mi riportano alla gioventù e a quei viaggi in pullman da Soncino per raggiungere il campo di allenamento”.