Giovanni Stroppa: “Alla Cremo tanta qualità a disposizione”
Nella sala stampa del Centro Sportivo “Giovanni Arvedi”, si è tenuta la presentazione del neo tecnico grigiorosso Giovanni Stroppa, introdotto dalle parole dell’amministratore delegato della Cremonese Uberto Ventura e dal direttore sportivo Simone Giacchetta.
“Innanzitutto voglio ringraziare Davide Ballardini, che ci ha aiutato nella sfortunata scorsa stagione, dove abbiamo comunque vissuto con lui una semifinale di Coppa Italia storica – ha esordito Ventura -. Fatti i dovuti ringraziamenti, spiego perché siamo arrivati a questo punto: quando non ci sono state le prestazioni e i punti in classifica necessari per mantenere un passo competitivo certe decisioni si rendono necessarie. Dico solo che due anni fa alla 5a di campionato la 14ª posizione, con 6 punti, era occupata dal Monza. Questo dimostra che i treni per i nostri obiettivi sono sul binario giusto e possono essere ancora presi”.
“Giovanni Stroppa è un allenatore con un percorso importante, che parte da lontano e lo ha visto in continua ascesa – il commento del ds Giacchetta -. Per questa categoria è un vincente, ha allenato piazze prestigiose e con pressioni importanti, abbiamo ritenuto che le sue capacità e il suo staff fossero in grado di sostenere questo impegno, dando un giusto riconoscimento alla rosa messa a disposizione quest’anno. Crediamo molto in questo cambio”.
Ecco invece le dichiarazioni rese ai giornalisti da mister Stroppa.
Benvenuto mister. Che impressione le ha fatto il gruppo in questi due giorni e con che stimolo arriva a Cremona?
“Gli stimoli sono quelli determinati dall’essere entrato a far parte di una società eccezionale che con questa proprietà ha fatto passi da gigante. Siamo in un centro sportivo invidiabile da tutti, gli stimoli non mancano perché arrivo in una realtà nella quale si cercherà di essere competitivi al 100%. Allenando la squadra e vedendola giocare ho l’impressione che ci siano qualità importanti per poter competere. Dico competere perché vincono in pochi: dalla Serie B salgono solo in 3 a fine stagione e ci sono talmente tante squadre competitive che ciò che mi preme ora è dare tutto me stesso; questo vale anche per il mio staff. Faremo di tutto e di più per portare un’idea e i numeri. La squadra l’ho trovata molto bene, predisposta e questo è un bel segnale. Il gruppo mi piace per come è stato costruito. Poi ci sarà il campo e quello non mente. Oggi allenare qui è bellissimo perché arrivo in una realtà nuova e gli stimoli non mancano. La cosa più difficile da fare è tradurre in numeri sul campo questi stimoli”.
È cresciuto in una squadra di Zeman, che giocava un grande calcio. Qual è la sua idea di gioco…
“Mi piace giocare per vincere, essere dominante sul campo. Non significa portare dei numeri, potete interpretarli in qualsiasi modo. Come succede nel calcio moderno posso dire che diventano fondamentali l’occupazione degli spazi e il movimento, ma questo dev’essere supportato da qualità tecniche, che in questa squadra ci sono. Non so quanto tempo ci vorrà, sarebbe stato bello averne a disposizione, ma non ce n’è. Vedremo strada facendo, al momento penso a preparare al meglio la squadra per le prossime partite. Mi sento un po’ un selezionatore perché oggi è mercoledì e sabato si gioca con l’Ascoli, quindi martedì prossimo a Cosenza. Si faranno poche cose, ma fatte bene”
Che Serie B ritrova ad una stagione di distanza? Crede che la Cremonese possa ancora ambire ai primi posti?
“Ci crediamo, l’esempio portato dal dottor Ventura è la fotografia di quanto successo due stagioni fa. È chiaro che non bisogna perdere terreno e cercare di essere tra le prime. La Serie B la ritrovo come al solito, da qualche anno è una A2, le squadre sono assolutamente allestite con giocatori importanti, c’è chi parte bene e arriva fino alla fine e chi parte bene e perde il terreno, così come chi parte più lentamente ma può guadagnarlo. Bisogna lavorare, dobbiamo crederci sempre e sicuramente ci saranno momenti difficili: dobbiamo capire dove possiamo arrivare, ma lungo la strada non dovranno scalfirci né i momenti buoni né quelli cattivi”.
La rosa è numerosa, come pensa di gestirla?
“Mi dispiace lasciare fuori qualcuno, ma facciamo questo lavoro. Credo sia molto meglio avere le alternative che non averle, vengo pagato per fare delle scelte. Ben vengano i giocatori forti, il campionato è lungo. Nella gestione della rosa avere la possibilità di attingere è per pochi. Parlo così perché arrivo da un’esperienza identica, non per giustificare una scelta solo perché mi fa comodo. Sono l’allenatore di questa società, ci sono potenzialità tecniche importanti e dovrò essere bravo a coinvolgere tutti quanti. Le partite si vincono nei secondi tempi, anche con chi è fuori e va dentro. Mi auguro di riuscire a stimolare anche chi non partirà dall’inizio, le statistiche dicono che in questo calcio quando ci sono le sostituzioni cambiano l’inerzia della partita”
Trova dei punti di contatto rispetto alla sua precedente gestione?
“Centro Sportivo e proprietà: il Cavaliere Arvedi non devo certo descriverlo io. A disposizione ho tutta la qualità necessaria. Per me il lavoro quotidiano è fondamentale: non si può chiedere qualità dove non ce n’è, credo invece di essere in una società al top a livello organizzativo.”
La società ha costruito una squadra considerata di alto livello. Come mettere in moto questo motore partendo anche dal presupposto che lei è stato allenato da Zeman?
“Zeman è stato un mio maestro, ma io non sono Zeman. Vorrei che si parlasse delle mie esperienze precedenti e senza fare confronti con Ballardini: Davide ha una sua identità, assolutamente straordinaria dato che i numeri parlano per lui, e io ne ho un’altra. È difficile dare un’identità propositiva e far giocare giocatori tecnici insieme quando si ha poco tempo a disposizione. Ci sono tanti aspetti da considerare e il primo è l’equilibrio. Ma non nascondo che mi piacciono i giocatori tecnici e in passato le mie squadre ne hanno avuti tanti in rosa. Ma se quest’ultimo non corre bene e non dà equilibrio non gioca. Forse nell’immediato sarà difficile vederli tutti, ma nel mio pensiero c’è quello di vederli in campo insieme. La differenza la fanno sempre i giocatori. Uno può avere un’idea in testa ma chi esalta lo spartito sono i singoli. E qui ce ne sono in maniera straordinaria per la categoria, gente fuori concorso.”
Ha già visto la Cremonese all’opera. Numeri alla mano è votata all’attacco, pensa che sia questione di velocizzare l’arrivo nell’area avversaria?
“La verità sta nel mezzo: parlavo di equilibrio in fase difensiva, poi serve la capacità di scelta nel voler tenere la palla. A me piace che la mia squadra tenga la palla perché così corre l’avversario. Durante la settimana l’obiettivo non è il numero di passaggi da fare, ma creare lo spazio per far male. Le conclusioni a rete sono fondamentali, si lavora per creare le occasioni e le opportunità”
Ha già avuto modo di conoscere il pubblico dello Zini, che ha sempre dimostrato grande affetto nei confronti della squadra.
“Al di là del numero è l’atmosfera dello Zini che è bella: ho percepito un clima eccezionale e questo è sicuramente un vantaggio. Lo stadio è all’inglese e si presta, tutte le migliorie fatte sono lì da vedere ed è coinvolgente per gli spettatori che assistono alle partite, figuriamoci per chi le deve vivere e giocare”
In rosa ci sono diversi giocatori esperti: qual è il suo punto di vista sul loro coinvolgimento dentro e fuori dal campo?
“Credo che debbano essere trainanti, è fondamentale diventare forti attraverso il lavoro e il sacrificio. Qua ci sono giocatori importanti, sempre disponibili alla causa”
Arriva una settimana impegnativa e c’è poco tempo per lavorare. Su cosa si concentrerà maggiormente?
“Ci sono tante cose che ho in testa, ma poche da dare ai ragazzi. Mi preme soprattutto l’atteggiamento, l’equilibrio, la capacità di tenere il campo. Non è semplice perché non c’è tempo di poter sbagliare come può accadere invece nella fase della preparazione, quindi bisogna portare a casa i punti e dobbiamo pensare in quest’ottica. Atteggiamento e cattiveria diventano fondamentali, dobbiamo essere il più coesi possibile”
A livello tattico cercherà di implementare subito determinati concetti o ci sarà una transizione graduale?
“Assolutamente graduale, è difficile iniziare a luglio e avere un’identità dopo qualche mese, a volte non arriva neanche dopo una stagione”
C’è qualcosa che la lega a Cremona, l’abbiamo vista spesso allo Zini…
“Sono cresciuto a Paullo, mi è capitato spesso di passare da Cremona e logisticamente raggiungerla per vedere le partite è semplice. Seguire le partite mi piace ed è il mio lavoro quindi tra Bergamo, Brescia, Verona e Milano potete incontrarmi spesso allo stadio”
Due anni fa ha affrontato una Cremonese giovane che è cresciuta nel corso della stagione. Quest’anno il gruppo è più esperto, può essere un fattore?
“Glielo dico a maggio”
Quale sarà il ruolo di Franco Vazquez?
“Può giocare sia punta, che dietro la punta o esterno. Anzi, uno come lui può fare anche quattro ruoli”