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Crescere in Grigiorosso: la storia di Anita Federici

30 Gennaio, 2024

Parlando con Anita Federici si intravede l’emozione del vestire i colori grigiorossi e l’inesauribile passione che la spinge a credere sempre di più nei suoi sogni. La protagonista del terzo episodio di Crescere in Grigiorosso, difensore e capitano della Cremonese Femminile Under 17, ha il sorriso stampato sulle labbra mentre racconta la sua giovane carriera sportiva direttamente dagli spogliatoi dello stadio Zini: dall’esperienza con la Cremo all’emozione di essere convocata in Nazionale, sono tanti i temi toccati nell’intervista.

Come nasce la tua passione per il calcio?
“È nata in famiglia, sin da quando ero piccola: i miei due fratelli maggiori hanno sempre giocato a calcio e, insieme al mio papà, mi hanno trasmesso la passione per questo sport. A 6 anni ho iniziato a giocare nella squadra del mio paese: da lì mi sono subito innamorata e non ho più smesso. A 11 anni poi sono stata notata da un osservatore della Cremo, che mi ha invitata a fare qualche allenamento. La mia avventura in grigiorosso è iniziata nel 2019”.

Cosa significa, per te, giocare nella Cremonese?
“Senza dubbio è motivo di grande orgoglio, perché nonostante sia agli inizi penso di essermi impegnata tanto per arrivare sin qui. Sono veramente soddisfatta del progresso che ho fatto e ho tanta voglia di continuare ad onorare questa maglia”.

Nella scorsa stagione hai vinto insieme alle tue compagne il Trofeo Regionale Under 15. Ci racconti che anno è stato?
“Pieno di emozioni, perché siamo riuscite a vincere il Trofeo Regionale giocandocela fino in fondo e facendo sempre ottime prestazioni, quindi è stata una grandissima soddisfazione. In più si tratta del mio primo traguardo importante con la Cremo e sono certa che non me lo dimenticherò mai. Purtroppo nonostante uno storico pareggio con il Milan non siamo riuscite ad accedere alla fase interregionale, ma sono comunque molto contenta per la stagione che è stata”.

Hai anche preso parte a uno stage della Nazionale Under 15 a Tirrenia…
“È stata una sorpresa incredibile, qualcosa che non mi sarei mai aspettata. L’ho scoperto dopo essere uscita da scuola con un messaggio di complimenti del mio preparatore atletico, poi è arrivata la conferma di papà e la chiamata di Gianluca Aleo, responsabile del settore giovanile femminile. Ero felicissima ed incredula. Sono stati quattro giorni intensissimi dove ho conosciuto ragazze formidabili. È stato magico e spero possa ricapitare al più presto”.

Cosa hai provato il 7 gennaio assistendo alla Supercoppa femminile che si è giocata allo Zini?
“È stato molto emozionante, un ricordo forte. Abbiamo avuto la fortuna che questa gara avvenisse proprio qua, a Cremona, e l’ho seguita da bordocampo con le mie compagne di squadra in qualità di raccattapalle. Avere le giocatrici a pochi metri da te ti fa sentire ancora più coinvolta e rende il momento ancora più speciale. Avevo già visto altre partite di calcio femminile allo stadio: la prima fu la finale di Champions League tra Lione e Barcellona, in cui mi venne da pensare ‘Wow, è davvero molto bello! Devo cercare di arrivare lì perché sarebbe una soddisfazione grandissima’. Da allora ogni volta che mi capita di seguire una partita di calcio femminile spero di poter arrivare a quei livelli e vivere quelle emozioni”.

Intanto sei qui, in uno spogliatoio dove nel corso degli anni sono passati tantissimi campioni…
“È bello, davvero bello. Un giorno mi piacerebbe qui non solo per fare un’intervista, ma anche per prepararmi a scendere in campo per giocare una partita importante…”.

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