Crescere in Grigiorosso: la storia di Alessandro Bergamaschi
Cosa significa poter giocare per la propria squadra del cuore, nonché quella della propria città? Alessandro Bergamaschi lo sa molto bene: il protagonista del secondo episodio di Crescere in Grigiorosso, tra attività di base e Settore Giovanile, veste la maglia della Cremonese dal 2014. Considerando che si tratta di un ragazzo classe 2007, parliamo di una vera e propria vita in grigiorosso. “Nonostante avessi solo 7 anni, mi ricordo molto bene il mio primo allenamento al Centro Sportivo “Giovanni Arvedi” – racconta il difensore, che oggi gioca nella formazione under 17 di mister Russo -. Grandinava e faceva veramente freddo, ma io ero emozionatissimo perché avevo la possibilità di vestire i colori della mia città e della squadra per la quale tifo. Ancora oggi, ogni volta che mi alleno, prepararmi e indossare questa maglia è una grande emozione”.
La passione per la Cremo è nata all’improvviso, la prima volta che Alessandro ha visto una partita dal vivo: “Da quando mio papà mi ha accompagnato allo stadio mi sono innamorato della Cremonese e ho iniziato a seguirla guardando le partite in curva. Tra i ricordi più belli ci sono le due promozioni, soprattutto quella dello scorso anno che ho festeggiato con i miei amici”. Nelle ultime stagioni Bergamaschi ha avuto l’occasione di seguire i grigiorossi da distanza ravvicinata nelle vesti di raccattapalle: “Sono passato dalla curva a bordocampo: quando ti trovi davanti alla Curva “Favalli” ti sembra immensa, e sentire i tifosi cantare tutti insieme è davvero emozionante. La Serie A è stata l’occasione per vedere da vicino tantissimi giocatori importanti: penso ad Alessandro Bastoni, uno dei miei idoli, e Paolo Maldini, uno dei difensori più forti di sempre”.
Allenandosi e giocandoci da più di nove anni, per Alessandro il Centro Sportivo “Giovanni Arvedi” è come una seconda casa: “Potersi allenare qui è una fortuna, perché oltre ad essere bello ti permette di lavorare a pochi passi dalla prima squadra. Vederli ti dà voglia di fare il massimo e fissare obiettivi sempre più ambiziosi, magari nella speranza di poter condividere il campo insieme a loro. Oggi lo vivo da bordocampo, ma un giorno mi piacerebbe giocare sul prato dello Zini”.
Lorenzo Coelli