Nicola: “Partita di coraggio e garra, sono tre punti importanti”
“Sono felice per i ragazzi, sapevamo che sarebbe stata una partita di coraggio ed organizzazione tattica. Andiamo avanti con equilibrio per raggiungere il nostro obiettivo”. Così Mister Davide Nicola al termine di Bologna-Cremonese, sfida della 13ª giornata di Serie A Enilive 2025/26. Ecco le sue dichiarazioni al completo.
Alla vigilia ha detto che la partita di stasera avrebbe chiesto alla Cremo di giocare con voglia, determinazione e velocità e tutti sembrano aver risposto. Avevate preparato la gara così?
“Senza falsa modestia porto a casa volentieri i tre punti, che qui mancavano da oltre 35 anni. Sapevamo che avremmo dovuto fare una partita importante a livello tecnico, tattico ed emotivo: il Bologna è forte fisicamente, gioca in velocità e nel secondo tempo alza sempre baricentro e qualità. Sapevamo che sarebbe servita una partita di coraggio e organizzazione tattica, unendo la capacità di costruire gioco prima di attaccare la linea per poi arrivare a farlo a tutti gli effetti. Vero è che abbiamo fatto una grandissima partita e meritato la vittoria nei numeri, ma è altrettanto vero che a dieci minuti dalla fine, quando arrivano quantità importanti di palloni in area, basta una disattenzione o un tiro preso bene per vedere il pallone finire nel sette. Le partite sono sempre in bilico, abbiamo vinto meritatamente e forse siamo stati più precisi di altre volte. Volevamo attaccare la loro linea difensiva perché loro accettano i duelli e con movimenti coordinati avremmo potuto creare loro qualche grattacapo, ci siamo riusciti in maniera prepotente e sono felice per i ragazzi: la partita di stasera mostra che quello che ci diciamo ogni giorno è la verità. Non possiamo fare a meno della garra nei duelli individuali e del coraggio, che è quello che serve per fare i punti necessari per raggiungere il nostro obiettivo”.
Ritrova una squadra coerente e consapevole che ha recuperato qualcosa o ha scoperto qualcosa di più?
“Siamo tutti grandi e vaccinati, si sa che le cose vengono spesso viste per come le si vuole vedere. Chiaramente 17 punti in 13 partite sono un bottino che avremmo indubbiamente voluto, ma farli è un altro discorso. Sono stati fatti e credo che quest’anno ne serviranno altri 23, mancano ancora diverse partite e quindi diversi punti. La nostra mentalità è quella di lavorare per farli sempre, a volte ci riusciamo e a volte no, l’importante è avere un’identità precisa e la nostra capacità dev’essere quella di mantenerla nel tempo”.
Vardy ha interpretato le giocate e lo spazio in maniera magistrale…
“Parlare di Jamie è riduttivo, chiaramente parliamo di un grande campione e i campioni sono le persone più semplici del mondo. Sono perfetti in quanto sanno perché sono lì, come ci sono arrivati e cosa devono fare per restarci. Jamie è un grandissimo professionista che sa come preparare la settimana di una partita, da sfruttare per le caratteristiche che ha, e aggiungo che il gruppo Cremonese ha avuto la grande intelligenza che per noi Vardy è un valore aggiunto. Tutti si sono messi a disposizione: forse Jamie senza di noi esisterebbe lo stesso, e noi esisteremmo diversamente, ma è meglio che ci siamo incontrati e scelti”.
Crede che a questo punto della stagione si possa parlare di Cremonese squadra rivelazione?
“Siamo ad un terzo del campionato, io credo che la Cremonese debba ambire ad essere una rivelazione per come può arrivare all’obiettivo che si è posta. Ad oggi di rivelazioni non ne vedo, perché nessuno ha raggiunto il proprio obiettivo di classifica. Io so perfettamente che in questo campionato posso fare 4-5 risultati utili consecutivi come perderne altrettante consecutive. Sta a noi avere equilibrio per l’obiettivo che vogliamo perseguire: per noi che abbiamo un obiettivo pratico e serio, ossia rimanere in categoria, è importante far vedere ai ragazzi le cose come stanno. Possiamo perdere o vincere contro avversari più forti, ma a contare è il percorso con il quale arrivi all’obiettivo e la mentalità che si mostra. Se ce la faremo o meno si vedrà alla fine”.
Cosa ha detto ai suoi all’intervallo? La Cremo è rientrata e ha segnato subito…
“L’aspetto più importante di stasera è quello di esserci espressi in due modi diversi tra primo e secondo tempo. Nei primi 15 quindici minuti siamo stati ordinati ma non troppo aggressivi, cercavamo di recuperare palla sull’intensità ma senza prendersi responsabilità ne duelli diretti, poi siamo cresciuti e il gol ha spostato gli equilibri, portando gli avversari a dover recuperare. Questo ci ha dato convinzione, adrenalina, ci ha messo nelle condizioni di credere che ce l’avremmo potuta fare. Contro Pisa e Roma non siamo riusciti a far male all’avversario nel momento giusto, hanno segnato loro e recuperare è diventato complicato. Nel secondo tempo mi è piaciuto l’atteggiamento, siamo entrati con il baricentro più alto e un pressing più elevato, difendere il risultato con 50 minuti da affrontare non ha senso, serve difendere aggredendo. Abbiamo accettato il voler esprimere noi stessi, per me è fondamentale quello: capiterà di perdere delle partite, ma abbiamo mostrato la giusta umiltà. In certe occasioni siamo riusciti a non correre rischi nonostante stessimo vivendo una situazione particolare”.
Al di là del rigore concesso, Bianchetti è stato incisivo in diverse giocate, Barbieri ha preso le misure e alla distanza è stato un valore aggiunto…
“Lì per lì mi sono arrabbiato, perché la distanza era molto ravvicinata e in situazioni del genere non penso sia facile, ma accetto quello che è stato deciso. Bianchetti è stato un regista aggiunto, parte delle verticalizzazioni sono passate dai suoi piedi, sta dimostrando di recuperare il tempo perduto in Serie A a causa di qualche infortunio. Barbieri è un giocatore con prospettive pazzesche, deve acclimatarsi e prendere definitivamente consapevolezza dei mezzi che ha. Sono contento perché è giovane, italiano e in quel ruolo non ce ne sono tantissimi in Italia”.
Crede sia la miglior partita della sua Cremo? Che peso ha questa vittoria?
“No, spero che la miglior Cremonese si debba ancora vedere. Sicuramente è stata la migliore possibile per questo tipo di avversario, ma non cambia nulla perché la prossima partita sarà completamente diversa e ogni sfida nasconde difficoltà diverse. Bisogna riconoscere immediatamente l’atteggiamento che serve contro ogni singolo avversario, non avendo grandissima esperienza questo è un aspetto sul quale dobbiamo lavorare. Altre partite diventano brutte e rognose, se riusciamo a capire la strategia giusta contro ogni avversario allora potremmo raggiungere il nostro obiettivo”.
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