
Nicola: “Due vittorie non spostano l’obiettivo: piedi per terra e avanti con il lavoro”
Conclusa la settimana di pausa dal campionato dovuta alla sosta internazionale, la Cremonese prosegue il proprio cammino in Serie A Enilive in trasferta: lunedì 15 settembre, alle ore 18.30, i grigiorossi saranno ospiti dell’Hellas Verona per il posticipo della 3ª giornata. Alla vigilia della gara mister Davide Nicola è intervenuto in conferenza stampa.
Che settimane sono state quelle della sosta appena conclusa?
“Fortunatamente non abbiamo avuto troppi assenti per le Nazionali e ci siamo potuti concentrare su chi è arrivato da poco, analizzando lo stato di forma e le loro conoscenze. Abbiamo lavorato profondamente e siamo consapevoli di dover migliorare individualmente nel lavoro che c’è da fare per esprimerci anche a livello collettivo. C’è molto da migliorare, nelle prime due partite i ragazzi sono riusciti a fare punti importanti senza strafare e attenendosi al copione, cercando di essere solidali con i compagni. In queste due settimane abbiamo lavorato molto su di noi, conoscendoci meglio. I ragazzi sono stati bravi ad integrare da subito i nuovi e loro hanno subito mostrato grande disponibilità e voglia di lavorare”.
L’impressione è che sarà una sfida diversa rispetto a quelle con Milan e Sassuolo. Che gara si aspetta?
“Questa è indubbiamente una partita diversa dalle altre, il Verona giocherà la Serie A per il settimo anno consecutivo quindi è una squadra consolidata in questa categoria e sa cosa significa giocare partite del genere. Sanno bene qual è il loro obiettivo, io vedo un lavoro che prosegue con lo stesso mister e un mercato intelligente con l’arrivo di giocatori come Gagliardini, Giovane, Orban, Al Musrati… Sarà una gara interessante a livello tecnico-tattico e mentale, anche perché è la loro prima gara in casa in uno stadio in cui hanno lottato spesso per la salvezza. Dovremo essere bravi ad interpretare il gioco, loro hanno fisicità e velocità, difendono con un blocco basso interessante e ripartono per qualità. Sono una formazione preparata per l’obiettivo che deve perseguire”.
Al tecnico veronese Zanetti, in conferenza stampa, è stato chiesto se domani sarà una partita da squadra che dev’essere “Brutta, sporca e cattiva”. Lui ha risposto che gli piacerebbe un Verona “sporco e cattivo”, ma non “brutto”. Lei cosa ne pensa?
“Penso la stessa cosa, tra l’altro Zanetti è un allenatore che stimo. In certe partite gli spazi sono maggiori, in altre la fisicità, la competizione e il duello portano a tante interrzioni, ma sono le transizioni che devono far trovare una squadra pronta. Dovremo essere coscienti che sarà una partita di grande battaglia, servirà essere pratici e sporchi, non brutti. Noi vogliamo giocare ed essere competitivi, ecco perché per noi queste due settimane sono state molto utili. L’entusiasmo è importante, ma la differenza la fa sempre il lavoro unitamente alle idee”.
In che condizioni sono i nuovi arrivati? Saranno convocati?
“Assolutamente sì, una delle motivazioni che porta ad integrare più velocemente i giocatori è quella di poter respirare l’ambiente della squadra. Qualcuno di loro ha lavorato bene fisicamente, forse con meno vissuto del lavoro di squadra. Integrare progressivamente i giocatori a disposizione permette di farli esprimere nel migliore dei modi, evitare gli infortuni e di avere più soluzioni. Tutti si sono allenati per ciò che potevano fare. I ragazzi sono stati aperti sin da subito, dimostrando di essere arrivati in un contesto che desideravano. Il mercato è chiuso e ora lavoreremo sulla nostra identità”.
La rosa è ben coperta in tutti i reparti, soprattutto in attacco…
“La società si è mossa bene, con pazienza e dedizione. Abbiamo cercato le caratteristiche che potessero costituire il nostro reparto avanzato, tra loro sono diverse così come lo saranno gli avversari che affronteremo. Per me conta molto la capacità di entrare e determinare, nel nostro gruppo non vediamo veri e propri titolari anche se quando lo stato di forma sarà simile per tutti ci sarà chi giocherà più di altri e questo fa parte del vestito della squadra, ma non dimentichiamo nessuno e sappiamo che un giocatore che sa essere determinante è quello che poi fa la differenza”.
Avere tante alternative rischia di complicare la gestione della competitività?
“Non penso che siano tanti, ma che siano della quantità giusta. Abbiamo due alternative per ruolo, ma ovviamente bisogna tenere conto del fatto che non tutti sono allo stesso livello e non tutti conoscono il campionato, oltre a non conoscersi tra di loro. Io e il mio staff dovremo integrarli il prima possibile, ma questo ci permette di studiare la progressione del lavoro. Abbiamo selezionato parametri precisi per scegliere i giocatori: la grande voglia di venire in questo contesto, la partecipazione nella costruzione di qualcosa che possa rendere fieri noi e chi ci segue, ed infine la dedizione al lavoro. Non tutti hanno un passato di Serie A alle spalle, ma lo possono avere: ci sono giocatori come Collocolo e Vandeputte, che non erano mai stati in Serie A ma piano piano stanno dimostrando di poterci stare. E’ un motivo di orgoglio, così come portare avanti la crescita di molti giovani e puntare su giocatori più esperti che vogliono contribuire a costruire qualcosa di importante per questa città e questa società”.
L’arrivo di Vardy ha avuto un grande impatto, soprattutto mediatico, ma con lui sono arrivati altri giocatori negli ultimi giorni di mercato. Come vede Sarmiento?
“L’acquisto di Jamie fa notizia perché, al di là del giocatore, è uno dal profilo umano non comune. Uno con questo status che viene con l’umiltà di chi ha lottato costantemente per farsi notare è l’emblema di ciò che volevamo. Non è uno sciocco, sa benissimo che per giocare a certi livelli bisogna stare bene, allenarsi e conoscere. Fa notizia e fa rumore soprattutto all’esterno, perché nel nostro gruppo la semplicità e l’armonia con cui si è inserito sono assolutamente visibili. Lui non vuole essere una prima donna, ma un giocatore con un passato importante che viene messo a disposizione della squadra. Sarmiento è un 2002 abile nella conduzione e nei duelli che secondo me ha scelto di venire da noi dopo che gli abbiamo dimostrato che può acquisire un ruolo specifico. Credo abbia caratteristiche precise e vogliamo aiutarlo a ritagliarsi uno spazio in una posizione dove può determinare e difendere, dando a lui la possibilità di farsi notare”.
Sui suoi social ha lanciato un messaggio: mancano ancora trentasei battaglie, serve continuare a lavorare. Quasi a ribadire che l’obiettivo non va perso di vista…
“Penso che sia chiaro a tutti. Quando riusciamo a conquistare due vittorie siamo tutti contenti, ma sappiamo che non bastano per arrivare al nostro obiettivo. Siamo consapevoli che quanto ottenuto in questo inizio potrebbe non arrivare con la stessa continuità, ma vogliamo pensare di esprimerci sempre al massimo. Nelle prime due partite abbiamo dimostrato che la predisposizione al lavoro c’è, credo che i punti siano arrivati per la grande solidarietà che abbiamo avuto tra di noi in entrambe le fasi. Non abbiamo fatto voli pindarici, ma solo cercato di esprimere lo spartito che avevamo preparato per essere competitivi. In altri momenti non raccoglieremo questi punti, ma questo non ci renderà una squadra meno capace: io giro per la città e percepisco che tutti sono con i piedi per terra. Tutti vogliamo sognare e immaginare raggiungere ciò che vogliamo: ci stiamo provando e sappiamo quanto c’è da fare. Le trentasei partite che mancano sono una vita: una vita da vivere, costruire e affrontare nel migliore dei modi, con l’entusiasmo della gente. Noi viviamo attraverso quello e vogliamo trasmetterlo in campo”.
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