
Jamie Vardy: “La Cremonese è una sfida che mi affascina”
Nel prestigioso Auditorium “Giovanni Arvedi” del Museo del Violino, l’attaccante grigiorosso Jamie Vardy ha rilasciato la sua prima intervista da giocatore della Cremonese raccontando cosa lo ha spinto a sposare la causa della Cremo e le sue prime sensazioni all’ombra del Torrazzo.
Partiamo da uno dei simboli di Cremona città della musica: un luogo unico, l’Auditorium “Giovanni Arvedi”, in un museo altrettanto unico: quello del Violino, con il suo patrimonio inestimabile composto dagli strumenti di Stradivari e di altri grandi maestri liutai. Se qualcuno, negli scorsi anni o nelle scorse settimane, ti avesse detto che ti saresti trovato in questo luogo, cosa avresti risposto? E come sono stati questi primi giorni a Cremona?
“Probabilmente avrei pensato che fosse qualcosa di assurdo. Questo posto è davvero incredibile, l’ho visto per la prima volta la settimana scorsa durante lo shooting dell’annuncio. C’è una cosa che mi ha impressionate più di ogni altra: ci sono violini risalenti al diciassettesimo secolo che sembrano appena usciti dalla bottega. E ho scoperto che una volta alla settimana bisogna suonare per poter mantenere in buone condizioni le corde. Siamo davvero in un luogo eccezionale”.
Cremona è conosciuta per essere una città tranquilla e laboriosa. In questi giorni, però, il calore della gente nei tuoi confronti è stato travolgente. Hai avuto modo di percepire questo affetto?
“È stato veramente bello e sono stati tutti molto accoglienti. Chiaramente i primi sono stati i giorni più folli, ma è più che comprensibile. Ne ho subito approfittato per scoprire la città facendo delle lunghe camminate, oltre a visitare diversi ristoranti per pranzo e cena. Tutto sommato è stata davvero una bella settimana”.
La tua famiglia è pronta a seguirti in questa esperienza completamente diversa rispetto al passato. Quanto conta il loro supporto in una fase simile della tua carriera? Hai deciso insieme a loro di fare questo nuovo passo?
“Loro rappresentano tutto per me. Senza il loro supporto non sarei in grado di fare ciò che faccio. Sappiamo che ci aspettano tante novità e probabilmente ci saranno delle difficoltà iniziale, ma questa è una sfida per la quale siamo tutti pronti. C’è grande entusiasmo da parte di tutti, soprattutto i miei bambini che non vedono l’ora di scoprire nuovi stadi e stanno già studiando il calendario. Impareranno anche una nuova lingua ed è sicuramente un aspetto importante”.
Lungo il tuo cammino hai incrociato compagni di squadra e allenatori italiani. Ti hanno trasmesso qualcosa di particolare di quello che è il calcio qui?
“Ognuno è stato importante a modo suo. Tutti quelli con cui ho parlato mi hanno trasmesso grande passione, la stessa che c’è nei tifosi. Mi hanno dato consigli e suggerito la strada migliore per me e la mia famiglia dicendomi che mi piacerà. Avere al proprio fianco persone del genere è importante: ho parlato con Enzo Maresca per tutta l’estate, siamo sempre in contatto e poter sentire qualcuno come lui mi aiuta ad avere chiaro ciò che mi aspetterà”.
Nello stadio di Wembley hai alzato al cielo FA Cup e Community Shield. A Wembley, nel 1993, la Cremonese ha conquistato il suo unico trofeo internazionale: la coppa Anglo-Italiana. Credi nel destino?
“Personalmente no, ma credo nel fatto che serva pensare solo una partita alla volta ed essere certi di dare sempre il 100%, dal primo all’ultimo minuto. Così facendo i risultati possono arrivare e non sai mai cosa potrebbe succedere. In ogni caso, prima di tutto dobbiamo assicurarci la salvezza e poi eventualmente potremo pensare di costruire altro”.
Nel 2012 ti sei trasferito al Leicester, in Championship, dopo alcune esperienze nei dilettanti. La tua è stata definita “underdog story”. Credi che anche quella della Cremonese possa essere una storia del genere? Trovi delle somiglianze anche nella tua carriera?
“Sicuramente parlare con mister Nicola e sentire le sue richieste mi ha ricordato il periodo in cui conquistammo la promozione dalla Championship alla Premier League con il Leicester per la prima volta. Quando sei in quella posizione è normale essere inseriti nella griglia delle squadre che si devono salvare, ma noi eravamo un buon gruppo di ragazzi che ha dato tutto per raggiungere il proprio obiettivo ed è esattamente ciò che ho notato nello spogliatoio grigiorosso. Questa è un’altra delle ragioni che mi ha spinto ad accettare questo progetto e aiutare la squadra il più possibile”.
Cosa possono aspettarsi i tifosi da Jamie Vardy a Cremona?
“Darò sempre il 100%, a prescindere da qualsiasi cosa e da qualsiasi situazione”.
Infine, hai un messaggio da mandare loro?
“Godetevi questo viaggio. Ci saranno momenti positivi e altri meno, durante una stagione succede sempre così. Ma godetevelo e supportateci perché noi faremo di tutto per dare del nostro meglio”.
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