Settore Giovanile – I dieci anni in grigiorosso di Lottici Tessadri
Dall’edizione di sabato 8 febbraio de “Lo Sport Cremonese”
Nei primi mesi del 2015, un bimbo di 8 anni di nome Simone gioca da avversario contro la Cremonese e, per celebrare l’evento, si fa scattare una fotografia fuori dal cancello del Centro Sportivo “Giovanni Arvedi” insieme con due compagni di squadra: anche se non ne era ancora a conoscenza, da lì a pochi mesi quello stesso centro sarebbe diventata la sua seconda casa. Oggi Lottici Tessadri di anni ne ha 18, ha vissuto l’intera trafila del settore giovanile grigiorosso ed è il “cervello” della Primavera, nonché il calciatore che ha giocato più minuti dall’esordio di agosto ad oggi. Grande tifoso della Cremo, ha condiviso questo suo percorso di crescita all’ombra del Torrazzo con altri compagni di squadra, assieme ai quali ora scende in campo per inseguire la salvezza in Primavera 1.
Con la la maglia della Cremo hai giocato con tutte le formazioni del settore giovanile, dall’attività di base alla Under 20. Com’è iniziata questa bella storia?
“Da piccolo ho sempre amato giocare con i piedi, sia a scuola che all’oratorio, ma inizialmente giocavo a basket perché nel mio paese (Gussola, nda) è uno sport abbastanza praticato. Fortunatamente poi ho scelto il calcio: sono partito da una squadra vicina a Casalmaggiore e a 8 anni, ho ricevuto la chiamata della Cremo. Di fatto sono 10 stagioni consecutive che mi alleno e gioco al Centro Arvedi”.
Tra i tuoi compagni di squadra ci sono ragazzi assieme ai quali sei cresciuto e con cui ancora oggi condividi lo spogliatoio. Ci racconti il tuo rapporto con loro?
“Il primo è Faye, con cui gioco sin dal primo giorno. Sicuramente è la persona che conosco meglio, siamo amici e tra di noi c’è un bellissimo legame. Poi ci sono Bassi e Cantaboni con cui gioco da 8 anni e altri ragazzi, come per esempio Gabbiani, che conosco dal 2020”.
In che modo la vostra lunga amicizia si riflette quando scendete in campo?
“Essendo persone che hanno condiviso tanti momenti insieme ci conosciamo molto bene e sappiamo cosa aspettarci l’uno dall’altro. Mi succede soprattutto con Bassi, che probabilmente è il compagno con cui discuto di più in assoluto anche durante le partite: se ci accorgiamo che uno di noi non sta giocando come al solito ci richiamiamo subito”.
Come ti definiresti a livello di ruolo? C’è qualche giocatore a cui ti ispiri?
“Ho sempre fatto il regista in un centrocampo a 3, mentre l’anno scorso con Lordkipanidze ho giocato per la prima volta a due. Nonostante non ci conoscessimo è stato facile trovare il meccanismo giusto in poco tempo e direi che siamo anche compatibili a livello di caratteristiche. Personalmente non ho mai avuto un idolo, ma ricordo bene che da piccolo guardavo Iniesta giocare ed era incredibile notare che non sbagliava mai un passaggio. Io cerco di essere quel tipo di giocatore: non sono uno di quelli che deve inventare le giocate, ma mi piace trovare le linee di passaggio con semplicità. Della Cremo invece seguo tanto Castagnetti, che è un giocatore forte e ha uno stile che mi piace”.
L’anno scorso hai fatto il salto dalla Under 17 alla Primavera vivendo subito una stagione bellissima, culminata con la promozione. Come l’hai vissuta?
“Inizialmente non avevo aspettative perché non conoscevo il gruppo, ma dopo l’inizio super positivo con tante vittorie consecutive ho realizzato che eravamo veramente forti. Credo che lo abbiamo dimostrato anche in Coppa Italia, quando siamo usciti solo per mano del Sassuolo che poi a fine stagione ha vinto il campionato”.
Come descriveresti la Cremo Primavera in questa stagione?
“Siamo un bel gruppo, i nuovi si sono integrati subito e noi siamo stati bravi a farli entrare immediatamente in sintonia: considerando il tempo che passiamo insieme è fondamentale che ci sia un bel rapporto con tutti e così è stato. A differenza dell’anno scorso, quando le vittorie ci avevano dato un buon margine in classifica, il livello si è alzato e quindi stiamo vivendo una tensione diversa, ma positiva, che ci spinge a raggiungere il nostro obiettivo”.
Oltre alle sfide sul campo sei atteso da quelle sui banchi, dato che tra pochi mesi ti aspettano gli esami di maturità. Come stai vivendo questo periodo?
“Ammetto che conciliare gli impegni sportivi e scolastici è diventato più difficile, anche perché le trasferte di campionato occupano più tempo rispetto a prima. Frequento il liceo scientifico a Casalmaggiore e sono felice della scelta che ho fatto: ora devo decidere quale percorso universitario intraprendere. Sono ancora indeciso tra economia e scienze motorie”.
Oltre a giocare per la Cremo, ti consideri un tifoso grigiorosso?
“Assolutamente sì. Non ho molti ricordi di quando ero piccolo se non qualche partita di Serie C, inclusa soprattutto la partita del 6 maggio e il gol di Scarsella che ho visto dalla tribuna laterale. Negli anni successivi sono andato parecchie volte a vederla in curva, sia l’anno della seconda promozione che in Serie A. Insomma allo Zini ci sono stato spesso, e chissà se capiterà mai l’occasione di giocarci…”.
Come immagineresti un tuo possibile esordio, magari insieme ai compagni di una vita in grigiorosso?
“Mi piacerebbe tanto farlo in casa, perché è sempre stato uno dei miei obiettivi da 10 anni a questa parte, ma è chiaro che anche in trasferta sarebbe un’emozione unica. Alla fine ci si allena per giocare su campi del genere e mi auguro che possa succedere, anche se non so quando. Con gli altri non ne abbiamo mai parlato, ma esordire insieme sarebbe veramente bello. Riflettendoci, io e Bassi siamo stati chiamati insieme anche per fare un allenamento con la prima squadra…”.
Cosa rappresenta, per te, la Cremonese?
“Se oggi sono il ragazzo che sono, grande parte del merito la devo alla Cremonese e a tutte le persone che ho incontrato al Centro Arvedi in questi 10 anni. A loro dico grazie, perché ho imparato tanto e mi hanno reso il giocatore che sono oggi”.
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