Settore Giovanile – Tra calcio e cucina con Adrian Malovec
Dall’edizione di sabato 11 gennaio de “Lo Sport Cremonese”
Ha lo sguardo attento di chi vuole tenere tutto sotto controllo, proprio come richiesto dal suo ruolo, e un tratto del sorriso malinconico quando racconta la nostalgia di casa. Da circa un anno, Adrian Malovec è uno dei fuori sede del settore giovanile grigiorosso che ha scelto Cremona e la Cremo per inseguire il sogno di diventare calciatore. La sua storia parte da un minuscolo paesino della Slovacchia con circa 700 abitanti, Žlkovce, in cui il classe 2007 vive con i genitori, il fratello maggiore e una sorella più piccola.
“La mia passione per il calcio è nata prestissimo, soprattutto grazie all’amore di mio padre per questo sport. Mi iscrissi in una scuola calcio vicina, a Veľké Kostolany, e da lì iniziò il mio percorso” racconta lo stesso portiere della Primavera alternando inglese ed italiano. Uno dei temi più ricorrenti dell’intervista è l’importanza del saper cogliere l’attimo giusto, quello capace di rivoluzionare in positivo la propria vita (o, in questo caso, la carriera), in cui Malovec crede molto. In quel periodo c’è un allenatore a cui è parecchio legato che cambia squadra e decide di portare con sé lo stesso 17enne, finché dopo tre stagioni non accade un episodio particolare: uno scout dello Slovan Bratislava, la squadra più famosa dell’intero Paese, visiona dal vivo una partita dell’Hlohovec con l’obiettivo di studiare una delle prime punte. Ad impressionarlo è invece Adrian, che con le sue parate lo convince a tal punto da convincerlo a proporgli di vestire la maglia biancoceleste. Nelle due stagioni e mezzo vissute nella capitale entra nel giro delle nazionali giovanili e il suo nome finisce sulle scrivanie di diversi club europei, tra cui proprio la Cremonese.
Il suo trasferimento in grigiorosso, però, è stato piuttosto improvviso: “Ricordo molto bene quel momento. Ero a scuola e durante la pausa pranzo ricevetti una chiamata da mio padre: “Preparati che tra pochissimo partiamo per l’Italia”. Sapevo che la Cremo mi stava seguendo, ma non che fosse una trattativa così avanzata”. La sua vita cambia nel giro di pochi giorni: nuovo Paese, nuova casa e nuovi compagni, ma anche l’occasione per fare uno step in avanti e crescere a livello personale: “Mi sono promesso che avrei sfruttato questa opportunità per coltivare delle nuove passioni, così ho scelto di imparare a cucinare: visto che di cibo italiano ne mangio sempre, dopo le partite torno a casa e preparo piatti tipici slovacchi. Tra l’altro per Natale ho ricevuto un libro di ricette che non vedo l’ora di leggere”. Per quanto riguarda gli studi, Malovec sta ancora seguendo i corsi della scuola di casa, che gli consente di fare lezione a distanza: “Sono al secondo anno di scuola sportiva e ho un ottimo rapporto con i miei insegnanti, quindi riesco a gestire tutto anche da lontano”.
Il suo impatto con lo spogliatoio grigiorosso non è stato dei più semplici, ma ci ha pensato il tempo a risolvere ogni problema: “L’anno scorso giocavo con la Under 17, ma in settimana mi allenavo con la Primavera e quindi ho legato di più con ragazzi come Stuckler, Tavares e Triacca, che è uno dei più socievoli del gruppo. Io sono un tipo piuttosto introverso e non parlando bene la lingua ho qualche difficoltà, ma adesso va molto meglio rispetto a prima”.
Sin qui sono già 12 le gare disputate in Primavera 1 da Adrian, che nelle ultime 5 partite ha tenuto la porta inviolata ben 4 volte, un segno che l’intesa con i difensori è sempre più forte. “Stiamo facendo un ottimo lavoro e adesso ci fidiamo sempre di più l’uno dell’altro: è come se dopo la sfida alla Lazio dello scorso novembre fosse scattato qualcosa. Io stesso mi sento più a mio agio tra i pali e sto metabolizzando il grande salto di categoria rispetto alla Slovacchia. Per me è incredibile poter sfidare calciatori già professionisti come Pongracic (schierato come fuori quota dalla Fiorentina in Primavera, nda) o Perisan dell’Empoli, che a fine partita mi ha anche fatto i complimenti”.
Tra le qualità del classe 2007 c’è anche la bravura sui calci di rigore: ad ottobre ne ha parato uno al leccese Delle Monache (classe 2005 con oltre 50 presenze in Serie C, nda), mentre ai tempi della Slovacchia Under 16 decise un’amichevole con tre salvataggi consecutivi: “Stavamo disputando un torneo internazionale contro l’Ucraina e la partita arrivò ai rigori. Il mio allenatore, scherzando, mi chiese di risolvere velocemente la gara parando 2-3 rigori e io riuscii a neutralizzare tutti i primi tre tiri. Non penso si tratti di un mio talento, quanto di fortuna: qui in Italia però abbiamo molti più strumenti a disposizione per studiare gli avversari e Armando D’Innocenzi, il nostro allenatore, prepara sempre al meglio le partite”.
In questi mesi è capitato anche che Malovec si allenasse con la Prima Squadra, entrando in contatto con i portieri grigiorossi: “Sono ragazzi incredibili, mi piace lavorare con loro e osservarli da vicino. Per esempio, Fulignati mi ha impressionato perché è una macchina, sempre concentrato e sul pezzo. In generale cerco di studiare tutti gli allenamenti dei grandi portieri su internet ed assorbire qualcosa da ciascuno di loro: da Cech a Neuer, Sommer, Ter Stegen e… Burki, perché da piccolo ero grande fan del Borussia Dortmund”.
L’inizio dell’anno è solitamente dedicato ai buoni propositi, che nel caso del classe 2007 sono più che nobili: “Prima di tutto voglio che questo sia un anno felice, sia per me che per la mia famiglia. Mio padre fa tanti sacrifici e cerca di seguirmi quando può, mentre la mia sorellina conta i giorni in cui possiamo incontrarci di persona. E poi vorrei parlare ancora più fluentemente l’italiano e migliorare ai fornelli”.
L’intervista si chiude con un ultimo proposito, piuttosto ispirazionale: “Qualche mese fa lessi un aforisma che recitava così: “Nella tua carriera avrai solo una o due opportunità vere, e quindi devi farti trovare pronto in qualsiasi momento”. Io lavoro proprio perché accada questo”.
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