Quel doppio appuntamento con la nostra storia
In principio furono il bianco e il lilla: i colori delle radici più profonde. Poi il destino rimescolò le carte e la nostra maglia divenne grigio ferro e rossa. I colori del nostro amore, eterno. Quei due fili intrecciati tra loro da 110 anni mai si sono sciolti. Fanno parte del nostro Dna: sono freschi come il primo respiro al risveglio e potenti come il sospiro della passione.
MAGLIA GRIGIOROSSA
Il grigio e il rosso sono i simboli di un’intera comunità che si identifica in essi dal 20 settembre 1914, giorno in cui la Cremonese affrontò il Vicenza in una partita amichevole. Era l’alba di una nuova stagione, la Cremo, quella ancora in biancolilla, aveva vinto da poche settimane il campionato di Promozione conquistandosi la Prima Categoria: la Serie A del tempo.
Un risultato storico quanto inaspettato “per la giovane U.S. Cremonese”, come scrivono le cronache del tempo. E il primo gol ufficiale, in campionato, con la nuova maglia lo segna uno studente dell’Istituto Tecnico, non ancora diciottenne: Alberto Albertoni. La rete arriva in trasferta, sul campo dell’U. S. Milanese nella partita persa per 2-1 dall’USC dopo una tenacissima resistenza, preludio alla vittoria della giornata seguente, ottenuta nel derby con il Brescia sul campo di via San Rocco grazie ad una doppietta dello stesso ‘Vecio’: scherzosamente, Albertoni era così chiamato da compagni di squadra e tifosi.
STADIO
Centodieci anni dopo la Cremonese torna a indossare una divisa ispirata a quelle stagioni leggendarie. Lo fa a poche ore di distanza dal 105° compleanno dello stadio di via Persico, l’altro grande simbolo della nostra tradizione: la nostra casa, diventata, grazie agli interventi degli ultimi anni, un modello sostenibile di classicità e modernità.
In via Persico, da Porta Romana, la Cremo si è spostata nel primo dopoguerra. Partita inaugurale, il 2 novembre 1919. Avversari: i milanesi della Juventus Italia, una società fondata in zona Portello e chiamata la “tricolore” per via della divisa verdebiancorossa.
Quello stesso campo dal 4 novembre 1925 – fatte salve alcune brevi parentesi – è intitolato a Giovanni Zini, il primo eroico portiere dell’epopea grigiorossa. Scrive il giornalista Bertoglio su “Il Calcio”, in una corrispondenza da Cremona: “Una solenne e commovente cerimonia ha avuto luogo il 4 Novembre sul campo di via Persico, chiamato da quell’occasione Campo Giovanni Zini. Fu inaugurata con l’adesione di molte Società Sportive ed alla presenza di numerose Autorità, la lapide che porta i nomi dei 32 caduti della U.S. Cremonese (…). Fra i nomi scolpiti nel marmo, uno brillava di viva luce e splendore, quello di Giovanni Zini: un forte e buono che riuniva in sé le doti di un grande atleta”. Quel giorno la Cremonese più forte di tutti i tempi, quella dei vari Compiani, Ravani, Tansini, Bodini, Wilhelm e Jeszmans, superò il Novara in amichevole davanti ad un’enorme folla.
Quello tra Cremonese e Pisa, in campo tra poche nello stesso stadio di quell’epoca lontana ma ancora vividissima, non è solo il big match di giornata: è l’appuntamento con la nostra storia e la storia della nostra gente.
- Sernicola: “C’è mancato il fuoco dentro, lavoriamo su noi stessi”
- Stroppa: “Prestazione non adeguata, è una mia responsabilità”
- Cremo sconfitta dalla Reggiana: 0-2 allo Zini
- Cremonese-Reggiana, chiusa la prevendita dei biglietti. Ecco il dato
- Allo Zini si celebra la giornata internazionale delle persone con disabilità